Sunday, November 20, 2005

Il crudo dell'inculturazione

Un proverbio africano (credo sia del Bourkina Faso) dice:
"Un sasso, anche se resta vent'anni nel fiume, non diventa mai un pesce".

E' quello che a volte provo... malgrado tutto non saro' mai un pesce!
Restero' allora sempre un estraneo o un ospite?
Forse il primo passo del dialogo sta nell'accettare di essere diversi, nell'accettare la diversità dell'altro.

Non tutti gli elementi della cultura di qui mi piacciono; alcuni mi sono francamente incomprensibili. Altri mi sembrano incompatibili con la sviluppo del paese e con l'affrancamento della gente da flagelli quali la povertà, la guerra (ormai cronica nel continente), le malattie, la corruzione, la mancanza di istruzione, la stregoneria, la politica intesa come strumento di potere personale...

Vedo il bello e il brutto, insomma...
Ma scelgo di restare nel fiume.
Col tempo, chissà, anche il sasso diventerà famigliare ai pesci e finirà per far parte del fondale.
Col tempo forse... qualche pesce sceglierà questo sasso per scavare la sua tana.

Saturday, November 12, 2005

Frammenti di Inculturazione (bis)

Ancora qualche anedotto e riflessione su una cultura cosi' diversa e cosi' interessante.

- Differente il nostro approccio ai beni.
Durante la guerra, qui al centro, abitavano insieme bianchi e neri.
Salvatore diceva "non sappiamo quanto durerà per cui razioniamo i viveri al massimo, per non trovarci in difficoltà".
Damas invece "siamo fortunati ad avere del cibo: mangiamo intanto che ce n'è! Del futuro non sappiamo niente... quello che mettiamo da parte ci puo' andare a male (non c'era corrente per il frigorifero) o verranno a rubarcelo".

- Incredibile la capacità di sopportazione e l'accettazione dell'inevitabile, come la morte di un figlio o la perdita di tutti i beni per calamità o guerra. La capacità di vivere quasi senza niente e restare egualmente sereni.Una attitudine a noi estranea, noi che pensiamo di avere il controllo completo della nostra vita, salvo poi cadere in depressione quando i fatti ci dimostrano che non è cosi'. Invece qui la depressione è molto rara!

- Frequente indifferenza verso le date, l'età propria o dei figli, specie per chi vive nei villaggi, a un ritmo cosi' diverso dal nostro.
Spesso, quando chiedo a un paziente che età abbia, mi guarda stupito e dice "veramente non saprei", sottointendendo "a che serve?" Poi cerca un documento (ma non sempre esiste) e me lo porge.
Leggo l'anno di nascita... magari approssimato " nato verso il millenovecento...".
Faccio ,il conto, lo segno sul libretto di salute e tiro le mie consclusioni.
"Si signora, alla sua età (e gliela dico), la menopausa è del tutto normale".
Sorride tranquillizzata, ringrazia e se ne va... dimenticando immediatamente la sua età.

- Lo scorso anno, arrivato da soli 2 mesi, ho partecipato a un grosso incontro di alcuni giorni (la Mariapoli), a Yamoussoukro. Inutile dire che tutto mi sembrava nuovo e che ho preso tantissime foto con una macchiana fotografica digitale. Non potevo pero' stamparle per tutti e ho promesso:"Non vi preoccupate le metto su internet!".
E questo ho fatto, in lunghe ore di collegamento, da un lento cybercafè. In effetti alcuni mi hanno poi detto che le hanno viste e perfino stampate a un altro cybercafè, in un'altra città (soddisfazione!). Naturalmente anche in Italia alcuni amici le hanno viste.
Un giorno trovo un amico che era in Mariapoli e gli dico "le hai viste le foto su internet?".
Mi guarda e poi dice "sai Carlo, al mio villaggio, non abbiamo il telefono!".
Poi ci pensa un po' e aggiunge "a pensarci bene non abbiamo nemmeno l'elettricità".
E... mi fa un grosso sorriso.

Che dire?
Sono continuamente stupito di quello che vedo.
Certo l'Africa ha problemi immensi che possono scoraggiare. Di sicuro non bastano i soldi per affrontare i problemi di qui... a volte hai l'impressione che quello che fai sia una goccia nel mare.
Ma ci sono anche risorse enormi, dal punto di vista umano come la rete di solidarietà per cui nessuno è mai solo o isolato.
Non sarà imponendo i nostri schemi che cambierà qualcosa.
Forse sostenedo il positivo di questa cultura...