Friday, October 31, 2008

Una scommessa



Come promesso (anche se con « tempi africani ») vi parlo stavolta di telemedicina e di progetti connessi.

Ma andiamo per ordine.
Qui c’era la guerra e la ONG “Medici senza Frontiere” aveva riabilitato e fatto funzionare l’ospedale di Man (che serviva tutta la regione).
Correva l’anno 2004 e tra il personale straniero vi erano anche un medico e un’infermiera italiani, parecchio sensibili ai problemi della gente (Mirco e Raffaella).
Prima di rientrare in Italia si erano accorti del bisogno di cultura e d’aggiornamento che il personale locale aveva.
Detto fatto, avevano attrezzato un piccolo ambiente a biblioteca con un po’ di libri.
Dall’Italia avevano poi inviato tre PC e pagato uno stipendio al bibliotecario.
La cosa però, anche se non era morta, languiva…

Ad un certo punto, qui al nostro centro, ci avevano chiesto di preparare un progetto sull’utilizzo dell’informatica e delle telecomunicazioni per lo sviluppo: interessava la nostra situazione di ripresa dopo la guerra. In particolare ESA (Agenzia Spaziale Europea) voleva dimostrare che l’uso del satellite dava una chance in più rispetto ad altri interventi.

Insomma abbiamo pensato (con Mirco e Raffaella e altri amici a Roma) ad un progetto su due fronti: quello più sanitario all’ospedale, l’altro più educativo-culturale da noi.

Non vi racconto i 2 anni di lavoro, trattative, sogni…

Ora qualcosa già si vede: la biblioteca dell’ospedale con la vecchia sala adibita alla custodia dei libri (ormai 700) e un’altra molto più grande che contiene i tavoli per la consultazione e 10 PC nuovi in rete collegati ad internet.
Da noi (al centro dei Focolari), da qualche giorno è attiva un’altra sala informatica con 6 PC.

Aspettiamo, tra 2-3 mesi, l’istallazione di una parabola che finalmente ci darà (via satellite) un collegamento veloce.

Quali le idee?
Fare delle formazioni a distanza (in campo medico, ma non solo), scambi culturali tra giovani di paesi o continenti diversi (con la tele-conferenza), la ricerca di informazioni mediche grazie alla possibilità di accedere a 4000 riviste specializzate, la telemedicina (o consulto a distanza, con interpretazione di lastre, elettrocardiogrammi e altro ancora).

E chissà… se in futuro questa tecnologia non potesse veicolare corsi universitari da Abidjan o da altri atenei nel mondo!

Sogniamo?
Forse! Ma ad occhi aperti perché le cose, ormai, si stanno davvero realizzando.

Certo che parlando in Italia di questo progetto ho trovato raramente una vera comprensione; quando parlo del dispensario allora sì che tutti capiscono, ma il satellite? in Africa?

La verità è che in Europa siamo abituati a pensare all’Africa in modo stereotipato: o i leoni o i rifugiati! Ma l’Africa è anche una società che tenta di evolvere, che studia e si specializza, che cerca di produrre, anche se le trappole della corruzione e della guerra, nelle quali cade, ne ostacolano spesso lo sviluppo.

E’ proprio per creare, con la gente del posto, un’alternativa che un progetto così ha senso: non è l’ennesimo piatto di minestra che portiamo e che quando ce ne andiamo scompare con noi. E’ una possibilità di crescere, di svilupparsi.

Una scommessa, insomma!


Thursday, October 09, 2008

Vacanze in Italia e "pieno" di rapporti


Oggi riparto per la Costa d'Avorio dopo un mesetto in Italia: un po' di vacanza, ma soprattutto tanti rapporti riallacciati; e questo sono forse il capitale più prezioso che mi porto via.
Oltre al riposo, ho fatto qualche viaggetto (Torino, Trieste, Roma, Bergamo).

Speciale ed emozionante la pizza coi compagni di classe al liceo: non l'avevamo mai fatta in tanti anni (che ero a Genova). Incredibile la partecipazione di ben 16 compagni e due professori; qualcuno veniva da apposta Trento o Grosseto.

Bella, toccante la rappresentazione teatrale in genovese offerta, per il nostro poliambulatorio, da una compagnia di Castiglione Chiavarese.

E poi tante cene, aperitivi: una scusa per ritovarsi e raccontarsi (avevo portato anche delle foto e un video). Certo queste occasioni hanno rinfrancato lo spirito e... "arrotondato" le forme, ma era previsto. Come dire di non a tanti gusti che a Man non trovo? (ce ne sono altri... niente paura!).

Tanti hanno voluto sostenere la nostra attività e li ringrazio di cuore.

Riparto più in forze e con più entusiasmo.
La prossima volta vi racconterò del progetto di telemedicina che ormai è ben avviato.

Allora a presto... tanto le distanze non esistono!