Saturday, November 12, 2005

Frammenti di Inculturazione (bis)

Ancora qualche anedotto e riflessione su una cultura cosi' diversa e cosi' interessante.

- Differente il nostro approccio ai beni.
Durante la guerra, qui al centro, abitavano insieme bianchi e neri.
Salvatore diceva "non sappiamo quanto durerà per cui razioniamo i viveri al massimo, per non trovarci in difficoltà".
Damas invece "siamo fortunati ad avere del cibo: mangiamo intanto che ce n'è! Del futuro non sappiamo niente... quello che mettiamo da parte ci puo' andare a male (non c'era corrente per il frigorifero) o verranno a rubarcelo".

- Incredibile la capacità di sopportazione e l'accettazione dell'inevitabile, come la morte di un figlio o la perdita di tutti i beni per calamità o guerra. La capacità di vivere quasi senza niente e restare egualmente sereni.Una attitudine a noi estranea, noi che pensiamo di avere il controllo completo della nostra vita, salvo poi cadere in depressione quando i fatti ci dimostrano che non è cosi'. Invece qui la depressione è molto rara!

- Frequente indifferenza verso le date, l'età propria o dei figli, specie per chi vive nei villaggi, a un ritmo cosi' diverso dal nostro.
Spesso, quando chiedo a un paziente che età abbia, mi guarda stupito e dice "veramente non saprei", sottointendendo "a che serve?" Poi cerca un documento (ma non sempre esiste) e me lo porge.
Leggo l'anno di nascita... magari approssimato " nato verso il millenovecento...".
Faccio ,il conto, lo segno sul libretto di salute e tiro le mie consclusioni.
"Si signora, alla sua età (e gliela dico), la menopausa è del tutto normale".
Sorride tranquillizzata, ringrazia e se ne va... dimenticando immediatamente la sua età.

- Lo scorso anno, arrivato da soli 2 mesi, ho partecipato a un grosso incontro di alcuni giorni (la Mariapoli), a Yamoussoukro. Inutile dire che tutto mi sembrava nuovo e che ho preso tantissime foto con una macchiana fotografica digitale. Non potevo pero' stamparle per tutti e ho promesso:"Non vi preoccupate le metto su internet!".
E questo ho fatto, in lunghe ore di collegamento, da un lento cybercafè. In effetti alcuni mi hanno poi detto che le hanno viste e perfino stampate a un altro cybercafè, in un'altra città (soddisfazione!). Naturalmente anche in Italia alcuni amici le hanno viste.
Un giorno trovo un amico che era in Mariapoli e gli dico "le hai viste le foto su internet?".
Mi guarda e poi dice "sai Carlo, al mio villaggio, non abbiamo il telefono!".
Poi ci pensa un po' e aggiunge "a pensarci bene non abbiamo nemmeno l'elettricità".
E... mi fa un grosso sorriso.

Che dire?
Sono continuamente stupito di quello che vedo.
Certo l'Africa ha problemi immensi che possono scoraggiare. Di sicuro non bastano i soldi per affrontare i problemi di qui... a volte hai l'impressione che quello che fai sia una goccia nel mare.
Ma ci sono anche risorse enormi, dal punto di vista umano come la rete di solidarietà per cui nessuno è mai solo o isolato.
Non sarà imponendo i nostri schemi che cambierà qualcosa.
Forse sostenedo il positivo di questa cultura...

3 Comments:

At 14 November, 2005 21:07, Blogger Luisa said...

"- Incredibile la capacità di sopportazione e l'accettazione dell'inevitabile, come la morte di un figlio o la perdita di tutti i beni per calamità o guerra. La capacità di vivere quasi senza niente e restare egualmente sereni."

Non so se ad essere incredibile sia la loro capacità di sopportazione o la nostra incapacità di accettare qualsivoglia ostacolo, il nostro pretendere come se fosse un diritto che la vita sia buona con noi. Alle cose facili e alle pillole miracolose ci si abitua in fretta ma ad ogni fatica non sopportata, in fondo, perdiamo un pò della nostra forza.

 
At 15 November, 2005 19:48, Anonymous Anonymous said...

Quello che racconti è la dimostrazione che l'"uomo non ive di solo pane", ma che ha bisogno di conmunicare con i suoi simili, in modo appropriato e non, purchè si esca da questo maledetto isolamento individualistico in cui ci siamo cacciati in queste nostre società europee.
Che silenzio pieno di diffidenza e di paura dell'altro ci circonda negli autobus, nei supermercati, nelle sale di attesa dal "medico della mutua", nelle innumerevoli conferenze !!!
Ma cosa sappiamo veramente l'uno dell'altro ?
Benedetti gli africani !!
Resistete così perchè fra poco avremo bisogno di voi qui in Europa per "reimparare" il senso dell'umanita', pena la nostra "robottizzazione".
sandor21 - Genova

 
At 24 November, 2005 09:02, Anonymous Anonymous said...

Bello il tuo post, e bella la cultura e i valori africani, pero' anche alcuni dei tratti della cultura occidentale sono belli e degni di rispetto, in occidente non ci sono solo silenzio, solitudine e paura. Per amare le culture altrui bisogna anche amare i tratti buoni della propria... tutto questo naturlamente detto senza voler far la predica al caro Carlo :)

 

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