Friday, February 03, 2006

Medico … senza fili

Di certo conoscete il gioco del « telefono senza fili ».
Uno dice all’orecchio di un altro una frase; questo la ripete all’orecchio di un altro e cosi’ via.
All fine si confronta la frase iniziale e quella “afferrata” dall’ultimo giocatore.
Il risultato è sorprendente. La distorsione e l’interpretazione, colorita, di quanto non si capisce porta spesso molto lontano dall’originale e i risultati sono bizzarri: da bambino mi ci divertivo parecchio!
Già, ma se invece il risultato è di una certa importanza e occorre che il messaggio che parte sia uguale a quello che arriva? Insomma se... non si trattasse di un gioco?

E’ quello che mi è successo l’altro giorno in ambulatorio.
Entra una signora che parla il “peul” accompagnata dal marito che si esprime anche in dioulà”.
La mia traduttrice dal dioulà converte in francese e io, che francese non sono, me la cavo a capire...
Immaginate il rimpallo dei sintomi: signora-marito, marito-traduttrice, traduttrice-medico e viceversa. E... ha funzionato!
Con alcune verifiche incrociate e domande trabocchetto siamo risciti a capirci e la signora è uscita contenta ( finora non è tornata, quindi immagino sia anche guarita).

Insomma: se il “medico senza fili” funziona, allora intendersi tra culture diverse non è poi una utopia.

1 Comments:

At 04 February, 2006 17:34, Anonymous Anonymous said...

Carissimo Carletto,
L'indirizzo del tuo blog mi è arrivato da parte di Fatima Julião di Rocca di Papa. Mi è piaciuto tanto il modo come scrivi. Mi sono ritrovato in tante cose forse per l'esperianza un po' simile che stò vivendo in Congo, soprattutto in quanto riguarda l'inculturazione. Bello, mi ha fatto un gran bene. Grazie. Un forte abbraccio, Apo

 

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