Sunday, October 02, 2005

Frammenti di... inculturazione

Ormai mi ci sono abituato, ma arrivando in Africa ho incontrato tutta una serie di « cose originali»... che mi lasciavano poco convinto. Pian piano mi sono accorto però di quanto il mio modo di vedere europeo fosse in fin dei conti... relativo!

- La lampadina nell’armadio: bello ho pensato così anche al buio, nella stanza, vedi dove metti le cose. Sbagliato. Infatti la lampadina non si spegne... mai, anche quando le porte del mio armadio sono chiuse. Serve per impedire la muffa, con quel po’ di calore che fa... e in un posto dove 11 mesi l’anno l’umidità è sul 90%... è indispensabile. Mica male come trovata!

- Il taxi: mezzo per i ricchi... sbagliato. E’ invedece molto economico (almeno quello che gira in città), solo che si ferma di continuo a far scendere e salire qualcuno (anche 7 persone)... insomma un taxi collettivo.

- La siesta: pigrone! Prova, con il caldo che fa, a saltarla e in capo a qualche giorno ti ritovi “bollito”.

- Sentirmi chiamare “le vieux” , ossia il vecchio, dalla gente mentre magari proprio mentre corro in pantaloncini per l’allenamento (ma lo sport non era indice di giovinezza?). Ma è un segno di rispetto, sembra.

- Ricevere in regalo un pollo. Vivo naturalmente! Più fresco di così...

- Baccano nel cortile. Colpi a ripetizione di bastone... niente paura, non ci scappa il ferito, è solo un serpente che si è avvicinato troppo alle case e lo conciano per le feste. Ora invece inizia il litigio dei bambini e io non capisco. Ma come? Il pericolo è passato... Ma no, non sai che la carne di serpente è succulenta?

- Nelle situazioni ufficiali o comunque importanti non poter trattare direttamente con l’interessato, ma dover passare attraverso un intermediario, che mi ascolta e trasmette all’altro (che però ha sentito benissimo) ciò che voglio dirgli e viceversa!

- Avere sempre tutto il tempo del mondo per i rapporti e sentirti sempre un po’ sfalsato con i tuoi “tempi stretti”....
“Sempre di fretta, resta un po’ a parlare!” mi dicono.
E un altro: “voi avete gli orologi... noi il tempo”.

- Incontrando qualcuno non poter mai abbordare quella cosa pratica che mi sta tanto a cuore se prima non mi sono informato di lui, della sua salute, della famiglia e se lui non ha il tempo di fare lo stesso.

... Ma, allora, siamo noi i “barbari”!?

6 Comments:

At 02 October, 2005 16:32, Blogger Vincenzo Trichini said...

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At 02 October, 2005 16:33, Blogger Vincenzo Trichini said...

Questi frammenti valgono un tesoro, ti prego ogni tanto quando te ne vengono in mente altri, mettili lì anche se sono pochi o scollegati, che leggerli è come fare un vero esame di coscienza.

Non lo so se siamo noi i barbari certo che i media e le organizzazioni umanitarie fanno molto per gli aiuti al terzo mondo, ma non so se c'è qualcuno che ha messo in piedi un'organismo per l'aiuto dal terzo mondo!

 
At 28 October, 2005 06:52, Anonymous Anonymous said...

sto studiando antropologia culturale... grazie x la tua esperienza sul campo che mi aiuta a capire!

 
At 02 November, 2005 13:47, Anonymous Anonymous said...

questo mio messaggio è solo per salutarti, ho scoperto solo oggi questo blog e sono felicissimo di poter leggere tue notizie.
Intanto ti comunico che mi è nato il quarto figlio al quale ho dato il nome Karol. ti saluto e sempre 1.
FILIPPO

 
At 08 November, 2005 11:06, Anonymous Anonymous said...

Che bello averti come FRATELLO AFRICANO! Così le nostre menti e i nostri cuori faticano meno ad allargare gli orizzonti!!!

Si può anche venire a trovarti??

un abbraccio

 
At 16 November, 2005 13:37, Anonymous Anonymous said...

"Voi avete gli orologi, noi il tempo" (Anonimo della Costa d'Avorio").
Posso appendermela in ufficio?
un abbraccio, Marco.

 

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