Poverà sanità!
Sto seguendo da alcuni mesi mesi la vicenda di un ragazzo ivoriano, che conosco bene: Romeo. Ha 17 anni, vivace, intelligente. Ma un po' di tempo aveva un dolore fisso alle coste. Ad un certo punto, specie quando ho potuto fargli fare una lastra (non si immagina come sia difficile) ho capito che la cosa era seria e il giorno dopo era già ad Abidjan (500 chilometri a sud) con una lettera di presentazione per i medici di li'. Purtroppo il ragazzo è stato poi sballotato in diverse strutture e sopratutto ha atteso. Quando abbiamo spinto perchè facesse la TAC la cosa è stata chiara... ma anche allora i tempi si sono allungati prima che avessimo una diagnosi certa e ha ancora atteso fino alla chemio che inizierà lunedi'. E cio' malgrado che ci fossi io a chiamare sovente i colleghi da Man, la mia infermiera che è restata a Abidjan col ragazzo per oltre 2 settimane e avessimo buoni contatti sul posto!
Cosa pensare? Non so. Non manca la competenza e, in larga misura nemmeno i mezzi e la tecnologia medica. E' un sistema, ove paghi il letto in ospedale e devi mandare un parente a comprare in farmacia tutto il materiale (farmaci, siringhe, guanti) altrimenti non riceverai nemmeno l'aspirina per la febbre e tanto meno gli antibiotici. Dove non sei, in genere accompaganto, ma lasciato solo. Dove credo soprattutto non si ha il coraggio di andare contro la corrente e seguire con coscienza il malato, chiunque esso sia, dotato o no di ampi mezzi economici.
Occorrono certo buoni medici (e qui tanti vanno a lavorare all'estero), ma credo soprattutto servono degli "uomini nuovi" capaci di creare una sanità che ruota attorno al malato e lo consideri, scusate il termine, sacro.
Detto questo: auguri Romeo, siamo con te a credere e a lottare!
Cosa pensare? Non so. Non manca la competenza e, in larga misura nemmeno i mezzi e la tecnologia medica. E' un sistema, ove paghi il letto in ospedale e devi mandare un parente a comprare in farmacia tutto il materiale (farmaci, siringhe, guanti) altrimenti non riceverai nemmeno l'aspirina per la febbre e tanto meno gli antibiotici. Dove non sei, in genere accompaganto, ma lasciato solo. Dove credo soprattutto non si ha il coraggio di andare contro la corrente e seguire con coscienza il malato, chiunque esso sia, dotato o no di ampi mezzi economici.
Occorrono certo buoni medici (e qui tanti vanno a lavorare all'estero), ma credo soprattutto servono degli "uomini nuovi" capaci di creare una sanità che ruota attorno al malato e lo consideri, scusate il termine, sacro.
Detto questo: auguri Romeo, siamo con te a credere e a lottare!
1 Comments:
Mi unisco anch'io agli auguri per Romeo che da ragazzo intelligente e tenace combatterà con tutte le sue forze!
Credo che fargli arrivare un caloro pensiero fin dall'Italia
possa dargli coraggio!
Marica
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