La scatola di fiammiferi
Stamane, per fare il caffè, ho aperto la solita scatola di fiammiferi.
Dentro ne restava uno, uno solo.
Mi sono detto:” Carlo, fai bene attenzione a come lo sfreghi, a proteggere la fiammella da una brezza d’aria improvvisa, ad azzeccare la manopola giusta del gas...”.
Insomma , siccome era l’ultimo, ho fatto cercato di non sprecarlo (pena restare senza caffè).
Forse è sempre cosi’: aprendo la scatola della vita troviamo, ogni volta, un solo attimo da vivere.
Cosi’ ho portato al lavoro quella scatoletta... e l’ho “aperta” 62 volte: una per ogni paziente.
Dentro ne restava uno, uno solo.
Mi sono detto:” Carlo, fai bene attenzione a come lo sfreghi, a proteggere la fiammella da una brezza d’aria improvvisa, ad azzeccare la manopola giusta del gas...”.
Insomma , siccome era l’ultimo, ho fatto cercato di non sprecarlo (pena restare senza caffè).
Forse è sempre cosi’: aprendo la scatola della vita troviamo, ogni volta, un solo attimo da vivere.
Cosi’ ho portato al lavoro quella scatoletta... e l’ho “aperta” 62 volte: una per ogni paziente.
2 Comments:
...E il miracolo è che la scatola non si sarebbe esaurita di fiammiferi neppure se i tuoi pazienti fossero stati 620...o 6200...
Grazie per l'idea del fiammifero:
ogni giorno, ognuno di noi, anche se di corsa, può ricordare l'esempio del fiammifero, e fermare quell'istante per il suo vicino e poter accendere piccole fiammelle in ogni posto in cui si trova.
Marica
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