Wednesday, December 06, 2006

Correre per l’Africa

L’idea del mio blog è quella di superare le distanze per restare vicino e comunicare con tanti amici da cui sono lontano. Qualche volta però si torna (sul suolo natio) e c’è la gioia di un incontro non più virtuale. Ma i limiti restano; si vorrebbe andare dappertutto e il tempo e le forze ti mancano… farò quello che posso prima di rientrare in Costa d’Avorio.
Allora due righe sul blog mantengono comunque un significato… in attesa magari di vederci di persona.

Vi racconto di un evento che mi ha stimolato e commosso: la maratonina di Rapallo.
Da tempo Nicola (vedi articolo su Città Nuova del 25 novembre) mi aveva annunciato il progetto della gara e l’idea di devolvere parte del ricavato per il mio ambulatorio a Man.
Dopo due anni di assenza da Genova era tempo di venire a vedere la famiglia e di riposare un po’: le date coincidevano e ho assicurato di arrivare in tempo per assistere alla bella manifestazione sportiva… da tifoso chiaramente!
“Visto che vieni perché non rispondi all’intervista di un giornalista sulla tua attività in africa e alla situazione che c’è li?”. Per mail, certo… nessun problema.
Ma sapete come sono i media: è cominciata a girare la voce (su internet e anche su qualche comunicato stampa) che non solo sarei stato presente, ma che avrei fatto la gara!
Consulto Nicola che mi dice candidamente “sai abbiamo pensato di darti il pettorale numero 1”. Per uno sportivo (pur amatore) è un onore insperato… difficile resistere. Tanto più che il numero 2 e 3 sono assegnati a due grossi campioni della maratona (di livello mondiale).
Alla partenza qualche amico mi apostrofa, tra l’incredulo e l’ironico “ Carlo cosa hai fatto per ottenere quel pettorale?”; e io “ non ti preoccupare, non è per meriti sportivi!”
Insomma la gara l’ho fatta, anche se negli ultimi chilometri avrei preso volentieri l’autobus! Mai sofferto tanto per concludere una corsa.
Ma il clima, la partecipazione (circa 1000 podisti), il percorso stupendo e le motivazioni di solidarietà ne hanno fatto una festa stupenda.
E il giorno dopo i miei gongolavano, un po’ orgogliosi, incrociando gli amici per strada :” ho visto suo figlio su Rai 3, che parlava dell’africa a quella corsa…”
Allora, tutto sommato, anche se non volevo fare la gara…grazie Nicola!

4 Comments:

At 06 December, 2006 20:13, Anonymous Anonymous said...

Carissimo Carlo
e senza di te che senso aveva la maratonina?
Noi ce l'abbiamo
messa tutta perchè fosse un momento di feste e di gioia ed un ponte con una realtà, l'Africa così diversa dalla serena e paciosa Rapallo .
Ma quanto abbiamo imparato...sempre nell'incertezza degli eventi a venire, nell'incertezza del risultato finale. La terra dell' incertezza , diceva Chiara anni fa, è ''la terra promessa '' dove l'unica certezza è l'attimo presente. Questo ho imparato da questa esperienza .Mi è piaciuta anche una bella preghiera del maratoneta scritta da Giovanni ( un podista-poeta- giornalista) se la ritrovo te la mando.Dice che quando la stanchezza è travolgente , si sente solo il battito del cuore e in quel battito lui sa che è solo con Dio che gli da la forza di continuare.
Un abbraccio forte
Teresa

 
At 06 December, 2006 20:35, Anonymous Anonymous said...

Correre, oltre che per il piacere, può essere anche un ottimo supporto umanitario per chi ha bisogno. In questo caso hai fatto due cose eccezionali.
Complimenti, Antonio

 
At 15 December, 2006 16:46, Anonymous Anonymous said...

E' stata una faticaccia, ma ci siamo anche divertiti, organizzare una Mezza Maratona a Rapallo non è la cosa più semplice del mondo, ci sono problematiche legate al traffico, bisogna trovare le risorse, anche se dobbiamo dire grazie all'amministrazuione precedente che ci ha dato un bel contributo, e poi ci vuole che tanta gente si presti per dare una mano, e di persone ce ne sono volute veramente tante, quando dicevamo che ce ne voleva almeno 100 la gente ci guardava strabiliata, con qualche gruppo la risposta è stata:"e tu speri di trovare 100 persone che ti diano una mano? " sembrava vera follia in un momento in cui le persone non si vogliono prendere impegni e prima di tutto pensano a se.
Il miracolo si è trasformato in realtà e la pura follia si è concretizzata in una gara a volersi bene, tra i gruppi di volontariato, sestieri, comitati di quartieri, associazioni sportive e semplici cittadini si è da subito instaurato un rapporto di vera frattellanza, sono rimasto stupito ed ancora mi viene la pelle d'oca a ripensare all'incontro che abbiamo fatto nella sede dei VAB,(Volontari Antincendio Boschivi.
Quella sera sono arrivato 5 minuti in ritardo, apro la porta di quella sede situata nella periferia di Rapallo, tra i boschi in un posto silenzioso, il mio stupore è grande c'erano proprio tutti gli invitati, erano tutti seduti intorno ad un tavolo, anche due Sestieri che i giorni prima avevano litigato erano lì e tutti aspettavano in un brusio rispettoso.
Con un pò di imbarazzo ho aperto l'incontro, eravamo lì per organizzarci, ma prima di tutto ho spiegato i motivi che ci avevano spinto ad organizzare questa manifestazione, non voleva essere solo una manifestazione spotiva, voleva essere sopratutto un momento per contribuire a realizzare un mondo più unito e mettere in pratica la fratellanza con ciascuno, ho notato che proprio tutti ascoltavano con grande interesse e a questo punto il silenzio era veramente religioso.
In poco tempo, ma veramente poco, siamo riusciti ad organizzare, tutti i gruppi, con una semplicità che pareva anche questa miracolosa, tutti i tasselli come in un puzzle andavano a posto, ma senza provare, così al primo tentativo!!! era un'ulteriore prova dell'armonia che si era creata.
Il giorno della gara tutto è andato bene, ed erano in tanti che dubitavano, ho scoperto l'anima della città di Rapallo, all'inizio della città ci sono dei cartelli (questo me lo ha fatto notare Teresa) che dicono Rapallo città di pace, ma la vera pace è nei sui cittadini, anche se qualc'uno il giorno dopo ha mugugnato per il traffico stravolto, hei dopo tutto siamo in Liguria! dove il mugugno è intoccabile.
Grazie a te Carlo, siamo noi a doverti ringraziare
Nicola

 
At 16 January, 2007 20:21, Anonymous Anonymous said...

Ciao Carlo,
permettimi la confidenzialità, ma la comune amicizia con Nicola Fenelli mi rende il tutto quasi spontaneo. Mi spiace non averti incontrato a Rapallo per la Mezza, ma i miei impegni di "settore" e il resto hanno un po' determinato un ostacolo a ciò.

un caro saluto, Giovanni Certomà
www.giovannicertoma.it

 

Post a Comment

<< Home